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    lunedì 13 giugno 2011

    Rumer, "Seasons of my Soul"

    (2010, Genere: Soul Pop, Sophisticated Pop)

    Dopo Adele, sembra che un'altra cantante britannica sia pronta a calcare le scene e a scalare le classifiche. Anche se Sarah Joyce, in arte Rumer, appare più un'impegnata cantautrice d'altri tempi, timida e riservata, con un enorme bagaglio musicale e personale, che una star del pop radiofonico. Formatasi sulle note di Joni Mitchell e Aretha Franklin, la sua voce è delicata e sussurrata mentre spazia in un Soul-Pop molto jazzato di grande classicità ed eleganza. E a proposito di Aretha Franklin, proprio un suo singolo, "Aretha", è dedicato alla grande cantante. Brano che coniuga bene la soavità dello stile di Rumer con una melodia accattivante, e che nel Regno Unito pare abbiano apprezzato. Così come l'opener "Am I Forgiven?", pop quanto basta e sempre con gran classe. Ma la vera anima di Rumer si incontra nella morbidezza armoniosa di "Slow", che richiama alla mente paesaggi incantevoli sorvolati da nuvole soffici e tenui, evanescenti e rarefatte.
    Le altre canzoni, scorrono così, fulgidamente, sfumandosi l'un l'altra, fino alla briosa "Saving Grace", che s'innalza senza mai graffiare, seguita dalle bellissime "Thankful" e "Healer".

    Se saprà giocare le sue carte, la trentunenne potrebbe diventare la nuova Norah Jones; la sua voce è infatti già stata paragonata a quella di Carole King e Karen Carpenter, ma lei dice che si tratta di un "dono naturale" anche se, come sappiamo, "una bella voce non basta per essere una brava cantante. Io lo sono diventata con la pratica e l'esercizio. E ascoltando attentamente i migliori cantanti di sempre: studiando il loro modo di interpretare e di porgere la canzone, la loro capacità di esprimere quello che hanno nell'anima". Sicuramente Sarah ha fatto tesoro di quanto ascoltato, ma ha anche saputo tessere attorno alle sue canzoni testi limpidi e intimistici, in cui risiedono "elementi di verità" riguardanti la sua vita. A conferma di tutto questo, basti ascoltare la splendida ballata "Blackbird" o la conclusiva, cadenzata e dolcissima "Goodbye Girl". Tutti brani evocativi ma splendidi nella loro semplicità retrò. Ad ascoltarli viene da riflettere su quello che passano ogni mattina alla radio e sulla "musica" che la tv ci dà in pasto.

    Raising Girl consiglia l'ascolto di: "Slow"

    "Seasons of my Soul", Rumer: 7.5

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