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    giovedì 21 aprile 2011

    Damien Rice, "0"

    (2002, Genere: Musica d'Autore, Folk Rock)

    Lo spleen cantautoriale. Approcciarsi a Damien Rice è più complesso di quanto sembri. Il suo mondo musicale è l'exploit di un certo modo di sentire tipico dei cantautori che hanno seguito la strada dell'indimenticato e indimenticabile Nick Drake, dallo stesso Rice all'altrettanto bravissimo Alexi Murdoch. "0" è il titolo del suo album d'esordio, criptico come gran parte delle raffinate canzoni che compongono l'album, album organico e omogeneo. La voce di Rice è profonda ed espressiva, rotta a tratti nell'atto di raccontare storie e sentimenti, come avviene nell'opener "Delicate" in cui, come un po' in tutti i brani, gli archi la fanno da padrone. E, proseguendo l'ascolto, non potrebbe andare meglio, con "Volcano", sublime ballata dal gusto folk e dalle atmosfere languide, violoncello a dettare la linea base della melodia e un mirabile intreccio vocale sul finale, tra la voce dello stesso cantautore e quella di Lisa Hannigan, amica e seconda voce. La seguente "The Blower's Daughter", singolo anticipatore del cd, può ben rappresentare l'esegesi del romanticismo, mentre con la ritmata "Cannonball" tornano le atmosfere in pieno stile Nick Drake. Tutte le canzoni citate, fatta eccezione per "Volcano", entrano a far parte delle colonne sonore di famose serie televisive come "Lost", "Dr.House-Medical Division", "Misfits", "OC" e "The L World". La già citata "The Blower's Daughter" viene usata nel film "Il caimano" di Nanni Moretti e fa da colonna sonora al film "The closer" di Mike Nichols.
    "Older Chests" e "Cheers Darlin'" sono forse troppo tristi, ma vantano un songwriting d'eccezione. C'è da dire che nelle canzoni di Rice, caratterizzate da uno spleen intenso ed evocativo, c'è posto anche per la speranza e la fiducia; questo lo si nota bene nella significativa "Amie" il cui ritornello recita così: "Amie, vieni a farmi compagnia su questo mio muro, leggimi la storia di "0" e raccontala come se tu ancora ci credessi che la fine del secolo porterà a una svolta per me e per te". E dopo le atmosfere soffuse di "Cold Water", è da segnalare la bella "I remember", canzone country che possiamo suddividere in due parti: la prima cantata dalla voce soave della Hannigan e la seconda che apre la strada a un climax formidabile, alchimia perfetta tra il modello Buckley e il Rock anni '70. Tra chitarre distorte e urla estreme, il ritmo si fa nervoso ed energico. Lodevole (http://www.youtube.com/watch?v=mYPCYboEpmk). La conclusiva "Eskimo" ci riporta alla tranquillità; ricorda vagamente il sound delle canzoni natalizie, ma in realtà non le manca niente: la voce di Rice si alterna tra delicatezza e vigore e si insinua nella raffinatezza degli archi e nella voce lirica che compare al crepuscolo del brano.

    Il limite di "o" è una sorta di eccessiva uniformità tra le varie canzoni, pur con qualche piacevole eccezione, che alla lunga può condurre al tedio. Ma non c'è di che rimproverare Damien Rice perché il suo stile è questo ed è uno stile bellissimo. Esso, tra l'altro, rispecchia il modus vivendi dello stesso cantautore, persona discreta e pienamente onesta nel suo atto di comporre musica. La cosa bella di questo album (ma anche del successivo, "09") è che la mestizia depositata in ogni brano, riesce pian piano a diventare edificante e confortante per chi l'ascolta. Una cosa che in pochi riescono a fare.

    Raising Girl consiglia l'ascolto di: "Volcano".

    "0", Damien Rice: 7.5

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