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domenica 10 aprile 2011
David Bowie, "Diamond Dogs"
(1974, Genere: Glam Rock)
"This ain't Rock'n'Roll. This is Genocide". 1974. Ennesima avventura del pluritrasformista David Bowie, stavolta ispirato da "Ragazzi selvaggi" di William Borroughs e "1984" di George Orwell. Vorrei iniziare con una considerazione, dicendo che in tutti gli album del Duca Bianco è possibile riconoscere una costante comune: la dicotomia futuro-passato è suggellata da una piena armonia, in cui questi aspetti fondamentali della sua musica convivono completandosi l'un l'altro. Perché lo slancio avveniristico è marcatissimo in Bowie più che in qualunque altro artista musicale, ma non c'è futuro senza passato. E ne è la prova il fatto che qui il cantante sembra piuttosto occupato nel ricercare la modulazione perfetta, manieristica e quasi ridondante della voce (e ci è certamente riuscito), cosa a cui non ci aveva abituato prima, pur avendo sempre sfoggiato grandi doti vocali ed interpretative. Ma il progetto è ambientato in un ipotetico e quanto mai vicino futuro post catastrofe atomica."Diamond Dogs" è composto da 11 ottime canzoni, ma "Future Legend" in realtà può essere letta come una vera e propria introduzione a questo concept album. Fino alla track 5 parrebbe quasi di ascoltare un'unica lunghissima canzone: "Diamond Dogs" inizia tra schiamazzi e applausi e si prolunga più del necessario, ma un po' di rock'n roll duro e crudo, anche se in stile Rolling Stones, non fa mai male. Cadenzata, si fa strada "Sweet Things", in cui vengono accentuati molto sia i toni bassi (Brian Molko prende appunti) sia quelli alti e potenti; si tratta di un brano old style, ma il reprise si apre ad una conclusione futuristica. (http://www.youtube.com/watch?v=BQvmmRHPiYA). E' "Rebel Rebel" a svoltare pagina, ambigua e sbarazzina, ottima per l'hit parade, fu infatti il brano anticipatore dell'album. Il brano che racchiude un'intera generazione, bowiana e non solo. Quando il giovane David Robert Jones iniziò ad appassionarsi alla musica, il suo obiettivo fu dapprima quello di diventare "l'Elvis britannico", e in "Rock'n Roll with me" il sogno s'avvera grazie a una ballad intensa in pieno stile rock'n' roll, tanto per cambiare. Ma è con "We are the dead" che compare una sorta di interessante asincronia tipica del Bowie più famoso, con tanto di controcori sul finale. A tratti sì, un po' macabra. Forse troppo lungo il testo. Il bello del Duca Bianco è che riesce sempre a trasfigurare se stesso in ogni canzone, riuscendo a sprigionare fascino irresistibile anche in una canzone come "1984" attraente e ambiziosa, ma in fondo non originale. La ripetizione ossessiva del titolo sul finale non può non rimandare alla mente il monito disperato di "Five years".I due brani che concludono "Diamond Dogs" sono assolutamente diversi tra loro: da una parte la trascinante"Big Brother", con interessanti giochi vocali nel bridge, dall'altra la sperimentale "Chant of the Ever Circling Skeletal Family", simile in qualche modo nello stile a "Fascination", ma meno gradevole all'ascolto.Album importante e interessante; forse l'orecchiabilità estrema di "Rebel Rebel" farà storcere il naso ai rocker e ai bowiani più puristi, ma nessuno che si sia avvicinato a David Bowie per il suo controverso e indiscutibile fascino potrà rimanere deluso da "Diamond Dogs".La bizzarra figura fulva che campeggia in copertina (illustrata da Guy Peellaert), rappresenta Bowie metà uomo, metà cane, ed è già un presagio dell'oscuro e disorganico contenuto di questo intrigante lavoro musicale.Raising Girl consiglia l'ascolto di: "Sweet Things"."Diamond Dogs", David Bowie: 7.5Articoli Correlati: "Toy" (David Bowie); "Ziggy Stardust" (David Bowie)Artisti simili a David Bowie: Lou Reed & Velvet Underground.
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