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    venerdì 25 novembre 2011

    Brani senza tempo: Pink Floyd, COMFORTABLY NUMB


    Avete presente la fatidica domanda, che viene di solito rivolta ai cantanti: "Qual è il brano che avresti voluto scrivere?". Ecco, se la domanda venisse posta a me, nonostante la scelta sia ardua e densamente variegata, sicuramente "Comfortably Numb" balzerebbe al primo posto. Ma d'altronde per un Capolavoro del genere sono due le teste che si misero all'opera: David Gilmour, che ne compose la melodia, e Roger Waters, che stese invece il testo. Un brano fortemente evocativo, che ripercorre un frammento della vita di Pink, il protagonista dell'album "The Wall". Sta male Pink, è una Rock Star ma è solo. Prima di un concerto ha un malore, è travolto dalla sua stessa vita, dalle sue ambizioni, rivoltato come un calzino da droga e paranoie, disteso nel suo letto di torpore. E' afflitto, è stanco, ma non ha le forze per reagire. O forse non vuole reagire.
    Verrà chiamato un medico per rianimarlo, perché lo spettacolo deve iniziare, non è possibile aspettare altrimenti. Il medico gli fa una puntura e si rivolge a Pink con parole di vacuità e circostanza: egli rappresenta l'incarnazione dell'autorità, delle etichette, delle norme che intrappolano le persone in una società asfissiante.
    Ma Pink non riesce a scavalcare "il muro" che si è costruito nel corso del tempo e quello stato di narcosi, di letargo dei sensi, lo fa sentire "piacevolmente insensibile". Lo fa ritornare indietro nel tempo coi pensieri a quand'era un bambino e, come tutti i bambini, aveva dei sogni. Per usare un termine letterario che rende perfettamente l'idea, si tratta di un vero e proprio "flusso di coscienza" in cui Pink rigetta i suoi pensieri spontaneamente, senza pensarci su, senza badare a convenzioni. Tutto ciò che viene formulato dal suo cervello, viene espresso a parole. Ad enfatizzare ancora di più il dualismo della conversazione tra i due intercorre un fatto tecnico: ad interpretare il dottore è infatti la voce di Waters mentre Gilmour presta la voce a Pink.
    Riporto qui la traduzione, da me realizzata, di "Comfortably Numb".
    Nel video, tratto dal film "Pink Floyd: The Wall" troverete anche il testo.

    Waters:
    Ehi, c'è qualcuno lì dentro?
    Fammi un cenno se riesci a sentirmi.
    C'è qualcuno in casa?
    Su, forza, lo so che ti senti giù.
    Be', io posso alleviare il tuo dolore
    e rimetterti in piedi.
    Rilassati. Prima di tutto ho bisogno di alcune informazioni,
    solo alcune cose elementari.
    Puoi mostrarmi dov'è che ti fa male?
    Gilmour:
    Non c'è nessun dolore che tu stia alleviando,
    sei come una nave lontana che vedo fumare all'orizzonte.
    Mi arrivi solo a ondate,
    le tue labbra si muovono ma io non riesco a sentirti.
    Quando ero bambino ho avuto come una febbre,
    le mie mani erano gonfie come palloni.
    Ora provo di nuovo quella stessa sensazione...
    Non so spiegarlo, non capiresti.
    Questo non sono io.
    Sono diventato piacevolmente insensibile.
    Waters:
    Solo una punturina,
    nient'altro.
    Ma potresti avvertire un po' di nausea.
    Riesci ad alzarti?
    Bene, credo stia funzionando.
    Con questo riuscirai a reggere per tutto lo spettacolo.
    Coraggio, è ora di andare.
    Gilmour:
    Non c'è nessun dolore che tu stia alleviando,
    sei come una nave lontana che vedo fumare all'orizzonte.
    Mi arrivi solo a ondate,
    le tue labbra si muovono ma io non riesco a sentirti.
    Quand'ero bambino ebbi una fugace apparizione,
    la colsi con la coda dell'occhio.
    Mi voltai a guardare ma era sparita...
    oramai scivola via dalle mie mani.
    Il bambino è cresciuto, il sogno è svanito.
    Sono diventato piacevolmente insensibile.

martedì 22 novembre 2011

Brani senza tempo: Velvet Underground, "HEROIN"


Le emozioni, i pensieri, le attese, le speranze, i sentimenti, i sogni, i deliri...di una persona a cui rimane come unica compagna l'eroina ("Heroin, it's my wife and it's my life"), che vaga senza una meta. Sa solo di volere allontanarsi dalla città, da tutte le persone indefinite che la popolano; oramai preferisce mirare i suoi sogni, in cui immagina di essere nato "mille anni fa" , di solcare i mari ed esplorare nuove terre. La voce di Lou Reed, che scrisse questo brano nel 1964 (incredibile ma vero) ci racconta in prima persona e in maniera sorprendentemente minuziosa questo iter che ha inizio da un ago, da cui prende il via una folle corsa. E infatti il ritmo del brano va via via accelerandosi e poi si ferma di nuovo...come il ritmo della vita, come il ritmo dei suoi battiti, come il ritmo dei suoi sogni. Il suono della viola elettrica di John Cale, intensa e stridente, sembra provocare realmente un effetto narcotizzante ed estraniante, unita inoltre alla chitarra ritmica di Sterling Morrison. Alla fine questa fusione di suoni metallici e dissonanti arriva a coprire la voce del protagonista che in un vaneggiamento di esaltazione arriva a ringraziare Dio per la sua stessa alienazione, in uno spasmo musicale che fa trattenere il fiato a chi è inerte ad ascoltarlo.
Eppure per tutto il pezzo il protagonista continua a cercare e a desiderare questa relazione con l'eroina, pur sapendo che si tratta di una relazione senza possibilità di salvezza, una relazione morbosa, torbida, dolorante e al contempo irrinunciabile. L'eroina è intorno a noi: è la solitudine di ogni giorno, la paranoia dei legami, il ronzio tra i desideri, il turbamento dei pensieri.
E' la lama metallica che trafigge l'isolamento umano.

venerdì 18 novembre 2011

Bryan Ferry, "Olympia"


(2010; Genere: Sophisticated Pop, Art Rock)


C'è da dire che il singolo di lancio del disco, "You can dance" non lascia certo indifferenti. Un Pop indiscutibilmente Glamour, che richiama alle origini Roxy Music di Ferry. Una torbida nube di sensualità avvolge tutto il brano, così come il disco nella sua interezza.
Lasciatosi alle spalle l'esperienza mal riuscita di "Dylanesque" (2007), un album composto da sole cover di pezzi di Bob Dylan, il crooner ritrova l'ispirazione raffinata e vezzosa che da sempre lo contraddistingue in un disco che già dall'esterno rivela le proprie ambizioni. Una sorprendentemente affascinante (e quasi irriconoscibile) Kate Moss ci guarda infatti dalla copertina con aria accattivante.

Incredibile il seguito di Artisti chiamati a collaborare in questo disco: dagli ex compagni di band Brian Eno e Phil Manzanera a Flea degli RHCP, dai Groove Armada a David Gilmour, passando per il "supereroe del Soul" Marcus Miller e Jonny Greenwood dei Radiohead, senza contare Nile Rodgers e Scissor Sisters. Tutti nomi altisonanti per fare scena o reali collaborazioni interessanti? La risposta arriva ben presto, grazie alla canzone che in scaletta succede a "You can dance", ovvero "Alphaville": l'esegesi del dandysmo avvolto in un tappeto sonoro disegnato ad arte da ben cinque valenti chitarristi e dal synth raffinato di Eno. O si ascolti, ancora, "Me oh My" in cui la presenza di David Gilmour alla chitarra è fondamentale per un brano che attinge la propria forza in un'atmosfera decadente e in un cantato cadenzato.

Il disco sguazza bene in brani patinatissimi come "BF Bass (Ode to Olympia)", fin troppo ampollosa, e la romanticissima "Tender is the night", elegante serenata d'altri tempi con un guizzo di malinconia. Brani che spiccano sono sicuramente la disincantata "Heartache by Numbers", scritta in collaborazione con Jake Shears e Babydaddy degli Scissors Sisters e quello che potremo definire l'unico azzardo di "Olympia", ovvero "Shameless". Si tratta di una disarmante up tempo in bilico tra anni '80 e sfacciata modernità, dove paradossalmente sono le strumentazioni elettroniche a dare un tocco di psichedelia. Discorso a parte per "Reason of Rhyme", voluttuosa poesia che risulta a tratti malinconica, a tratti rassicurante: "...Nessun altro amore può arginare la marea della solitudine in cui mi nascondo, dentro e fuori, oscurato dalle nubi o sotto il manto del sole e della luna e di tutte le stelle".
Dietro quest'album si cela un gran lavoro, di orchestrazione e arrangiamenti, alla ricerca di quella perfezione formale che da sempre il nostro Ferry rincorre. E qui sembra averla finalmente trovata o, meglio ritrovata, dal momento che un lavoro così ben fatto non lo registrava dall'85, ai tempi di "Boys and Girls", di cui è impossibile non ricordare l'hit "Slave to Love". Ma siamo sicuri che tutto questo manierismo sia utile ai fini del prodotto finale? In media stat virtus, dicevano gli antichi romani, e non si sbagliavano: il fatto che "Olympia" sia così perfettamente rifinito è una peculiarità dell'album che però, per lo stesso motivo, potrebbe stancare dopo non molti ascolti. Sicuramente non deluderà gli appassionati del genere e dell'impomatato Ferry che, dal canto suo, ce la mette tutta per rendere "Olympia" indimenticabile, piazzandoci nel bel mezzo due cover: quella di "Song to the Siren" di Tim Buckley, dall'album "Starsailor" (1970), elegante e caramellosa seppur lontanissima dall'originale, e la languida e affascinante interpretazione di "No face, No name, No Number" dei Traffic.


Raising Girl consiglia l'ascolto di: "Reason of Rhyme"

Bryan Ferry, "Olympia" : 7.5


Artisti simili a Bryan Ferry: Brian Eno

giovedì 17 novembre 2011

RADIOHEAD in Italia 2012


Dopo tante indiscrezioni, finalmente la notizia ufficiale: i Radiohead terranno ben quattro concerti in Italia. Le date previste sarebbero Udine, Firenze, Roma e Bologna, ma ancora non ci sono dati ufficiali. Pare però che il periodo sia compreso tra Giugno e Luglio 2012.

Per ora le date ufficiali sono queste: http://radiohead.com/tourdates/

Continuate a seguirci per le nuove news!



venerdì 11 novembre 2011

BLACK SABBATH: La Reunion


Dopo tante voci di corridoio, finalmente la conferma ufficiale tramite un video pubblicato sul loro sito ufficiale circa un'ora fa: i Black Sabbath tornano insieme. La reunion sarà accompagnata da un nuovo disco, il primo con Ozzy Osbourne dai tempi di "Never Say Die" (1979).


Qui il link del sto ufficiale dei Black Sabbath, per vedere il video che annuncia la lieta notizia:

giovedì 10 novembre 2011

"Why Pink Floyd?" Remastered 2011


Molti si staranno chiedendo proprio questo: "Why Pink Floyd"? "Perché, Pink Floyd?". In quanto i remastered dei vecchi dischi lasciano sempre qualche dubbio ai fans di vecchia data. Ma non c'è dubbio che l'operazione intrapresa dai Pink Floyd sia molto interessante: una raccolta che comprende Cd, DVD, Blue Ray e ancora altro.

Spieghiamo dal principio: la raccolta è disponibile in tre "formati": Discovery Edition, Immersion Edition, Experience Edition.


-DISCOVERY EDITION: comprende gli Album in formato Digipack con nuovi booklet, curati dalla fotografa Jill Furmanovsky. Professionisti quali James Guthrie e Andy Jackson sono stati incaricati della rimasterizzazione digitale realizzata con i più elevati standard visivi e audiovisivi.

La collezione è disponibile dal 27 settembre 2011, in singole unità o nel formato Box-Set 16 CD, contenente tutta la discografia più un libro fotografico.
Il prezzo del Box-Set si aggira tra i 160 e i 180 Euro.


-IMMERSION EDITION: Per i fans più accaniti, i Floyd rispolverano i tre dischi "culto": "The Dark Side of the Moon" in 6 CD (disponibile dal 27 Settembre 2011), "Wish You Were Here" in 5 CD (disponibile dall' 8 Novembre 2011), "The Wall" in 7 CD (disponibile dal 27 Febbraio 2012).
I dischi sono confezionati in lussuosi cofanetti Limited Collector Edition contenenti l'Album rimasterizzato, inediti, materiali audiovisivi, memorabilia, stampe artistiche, oggetti da collezione, ecc.
Il prezzo si aggira intorno ai 100 Euro.


-EXPERIENCE EDITION: Per quanto riguarda l'Edizione "Experience", i dettagli non sono stati ancora resi noti, ma si tratterà di una riedizione di alcuni Album storici (quali "The Dark Side of the Moon" in 2 CD, "Wish You Were Here" in 2 CD, "The Wall" in 3 CD), cui viene aggiunto un ulteriore disco con registrazioni relative allo stesso Album, come dei Live, per approfondirne l'ascolto.
Il prezzo si aggira intorno ai 20 Euro per CD.