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    sabato 7 maggio 2011

    "Blood Sugar Sex Magik", Red Hot Chili Peppers

    (1991, Genere: Crossover, Funk-Rock)

    Under the bridge...of Funk. Certo, adesso siamo abituati ad associarli solo a canzoni come "By the way", "Scar tissue", "Dani California"...ma i Peperoncini più piccanti del mondo un tempo furono i padri fondatori del Crossover, ibrido musicale dato da più generi mescolati tra loro: Rock, Hip Hop, Punk ma, nel caso dei Peppers, soprattutto...Funk. Questo frastuono musicale aveva preso il via già a metà anni '80, con gruppi come Fishbone e Faith No More, ma è coi Red Hot Chili Peppers che il genere esce dal ghetto e si concretizza in qualcosa di realmente palpabile; solo quattro parole: "Blood Sugar Sex Magik". 1991. Un anno magico per la musica Rock a quanto pare. Basti pensare anche a "Nevermind" dei Nirvana.

    In realtà di BSSM si ricordano principalmente due brani. Il primo è proprio quello che fu il singolo di lancio dell'album: "Give it Away", divertente canzone hard rock che si unisce ad una sconclusionata rappata nelle strofe. Pare infatti che essa sia nata per caso durante un'improvvisata jam session, ma molti tentano da anni di trovare un'accezione logica alle parole quando l'unica cosa dettata dal cosiddetto buon senso sembra essere solo l'appellativo di "Poet and Prophet" con cui Anth definisce Bob Marley. E poi c'è la splendida ballata "Under the bridge", che rievoca i giorni di tossicodipendenza del cantante, e in effetti non stupisce che il videoclip della canzone sia incentrato quasi interamente su di lui. Se pensate che sia una cosa normale perché abituati a conoscere solo il nome e la faccia del cantante di una band, vi sbagliate; i Red Hot sono grandi anche per questo: tutti a modo loro spiccano. Il già citato Anthony Kiedis per la voce duttile e particolare, capace di adattarsi a qualunque genere, dall'hip hop all'hard rock; l'ormai celebre John Frusciante, entrato a far parte dei Peppers a soli 18 anni e da allora cresciuto sempre di più, anche grazie ad esperienze soliste (da segnalare l'interessante e angosciante "Niandra LaDes and Usually Just a T-Shirt"). Enrico Brizzi si ispirò a lui per il titolo del libro "Jack Frusciante è uscito dal gruppo", quando il chitarrista si separò dai peperoncini, distrutto dal successo, cadendo in un deleterio vortice di droga e solitudine. Proprio durante il tour di BSSM. E adesso John è di nuovo fuori dal gruppo, fuori dal nuovo album dei Red Hot la cui uscita è prevista per Agosto 2011. Ma stavolta la droga non c'entra; al suo posto l'amico Josh Klinghoffer. E che dire di Flea, nome d'arte di Michael Balzary? La grande pulce del basso, famoso per il suo fantastico slapping. Spassoso co-fondatore della band con Kiedis, è forse lui il mio preferito se dovessi compiere l'ardua scelta tra i quattro! E in ultimo, ma non per importanza, Chad Smith alla batteria. Dagli esperti del settore, da sempre ritenuto uno dei migliori drummers moderni. La più che competente rivista "Modern Drummer" lo dà tra i quattro migliori batteristi del 2009: http://www.pentagrammi.it/modern-drummer-readers-poll-2009-ecco-i-migliori-batteristi-del-mondo-secondo-noi/
    Ora che li abbiamo inquadrati, torniamo a "Blood Sugar Sex Magik", il cui incipit si compone di due canzoni che sembrano l'una il proseguimento dell'altra: "The power of Equality" e "If you have to ask". Strofe ammiccanti e rappate, basso possente, refrain con cori e falsetti. La seconda ha un sapore certamente più mainstream con contenuti assolutamente nonsense e un bell'assolo di John sul finale; infatti fu uno dei fortunati singoli estratti.

    Accanto alla splendida "Under the bridge", l'album contiene altre due ballate che meritano appieno: "Breaking the Girl" e "I could have lied". La prima è specchio di un'ottima performance vocale di Anthony. A mio parere uno dei migliori brani in assoluto della band. Bel ritmo, testo interessante, a suo modo ballabile, come fa Flea durante lo stacco finale nel videoclip, colorato e psichedelico. La seconda sembra quasi una canzone acustica, intensa e insolitamente romantica.

    I brani sono in tutto 17 per più di 70 minuti di musica, ma non esiste un solo pezzo che non valga la pena ascoltare. Voglio porre l'accento su canzoni più tirate come "Mellowship slinky in Bmajor" e "The Righteous and The Wicked", l'una straordinariamente sporca e funky (una delle migliori dell'album) con un giro di basso straordinario, l'altra già più rockeggiante. E che dire della voluttuosa e acida title track? Si passa poi per l'incalzante "The Greeting Song", il rap-rock infarcito di ottima melodia in "Apache Rose Peacock" e la stravaganza di "Naked in the rain", fino ad oltrepassare i muri della decenza e incontrare "Sir Psycho Sexy", questo personaggio conturbante e provocante..."that is me..." Sicuramente identificabile almeno in parte con Anthony, che da sempre va fiero delle sue innumerevoli conquiste femminili. O con la con la concupiscenza in generale. L'erotismo arbitrario del brano si confronta con dei delicati cori sul finale. Otto minuti e ventiquattro secondi che non lasciano certo delusi.

    Presenti e stra-coesi tutti gli strumenti con la voce in "My lovely man", il cui intento sembra quasi quello di riportare alla vita Hillel Slovak, ex chitarrista del gruppo, deceduto in seguito ad un'overdose di eroina (I used to shout/across the room to you/and you'd come dancin'/like a foo/shuffle step...Ero abituato a chiamarti urlando/da una stanza all'altra/e tu arrivavi/ballando come uno scemo/confondendo i passi...) La penna dei Peppers è frizzante quando serve, ed altrettanto emozionante e intrisa di malinconia in altri casi.
    E ancora, non si può non parlare della dilettevole "Funky Monks" e dell'energica e prodigiosa "Suck my Kiss", potente brano funk-metal, accompagnato da un videoclip in bianco e nero. http://www.youtube.com/watch?v=C6jElKMMOWM&feature=relmfu
    La chiusa è affidata a "They're Red Hot", breve cover dell'omonima blues song di Robert Johnson, velocizzata e resa simile alle canzoni da cabaret americano, con trombe e fiati, e ritmo goliardico.

    Pietra miliare della storia del Crossover e del Rock in generale, "Blood Sugar Sex Magik" unifica sapientemente le influenze più interessanti degli anni '80 (basti ascoltare Mike Watt) con le nuove ascendenze degli anni '90. Tutto l'album fu registrato nella villa di Laurel Canyon del loro nuovo produttore, l'abile Rick Rubin, in grado di comprendere le potenzialità dei Red Hot e di convogliarle nella giusta direzione, artistica e commerciale, con il quinto album della loro carriera. Masterpiece irrinunciabile.

    Raising Girl consiglia l'ascolto di: "Sir Psycho Sexy".

    "Blood Sugar Sex Magik", Red Hot Chili Peppers: 8.8

    Articoli Correlati: "Californication" (RHCP).
    Artisti simili a RHCP: John Frusciante, Rage Against the Machine, Ataxia.

    1 commento:

    1. Preferisco Mother's Milk e (non sparatemi) trovo One Hot Minute forse il loro più bello e maturo, comunque Bloodsugar resta un grande album. Da Californication in poi li ho abbandonati al loro destino..

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