E se credete che il
Brit-Pop sia un qualcosa fine a se stesso, qualcosa che non travalica i miagolii dei vari
Gallagher, vi sbagliate. L'esempio ce l'abbiamo avuto sotto gli occhi per anni, nello sguardo inflessibile di quel ragazzo androgino che va sotto il nome di
Brett Anderson. Fu lui, insieme al chitarrista
Bernard Butler, a dare una spinta propulsiva a quello che poi confluirà nel cosiddetto Brit-Pop. Senza però cadere in una sorta di monotonia espressiva che sarà poi la causa principale della scomparsa progressiva di questo genere, bensì accogliendo influenze musicali parecchio allettanti, provenienti dai decenni precedenti, dalla teatralità femminea di
Bowie alla brillante decadenza degli
Smiths, per passare su cocci di
Cure, Roxy Music e
Lou Reed.
Iniziamo ad addentrarci in questo disco simbolo degli anni '90 con il primo, trascinante singolo, "Trash". Si tratta di un pezzo eloquente: ha fascino, eleganza e classe. Qui il sound del gruppo si spoglia di una certa pomposità tipica dei primi Suede e si fa inarrestabile e fresca brezza Glam. "Anche se può sembrare una canzone d'amore, non lo è. E' una canzone che parla di noi, della band" precisa Anderson.
Ma questo è solo l'inizio. Perché "Coming Up" è il disco della consacrazione Pop che si rifiuta però di scendere a bassi compromessi. E' amabile, di una bellezza fine e garbata, che sa arrivare a tutti lasciando inalterata la qualità delle canzoni. Impossibile trovare un solo pezzo brutto tra questi dieci. Non a caso saranno ben cinque i singoli estratti e tutti di gran successo.
Chi non ricorda, ad esempio, la superba "Beautiful Ones", sofisticato inno British Pop, trip Glammettaro, boato impetuoso di colori, suoni, immagini? E a chi non piacerebbe sciogliersi nelle atmosfere neo-romantiche di "Saturday Night"...? Ballatona da viaggio in macchina che chiude il cerchio del disco, fin troppo sdolcinata...ma ad Anderson si perdona anche questo. Soprattutto se poi ribatte con pezzi come "Film Star" e "Starcrazy". La prima è scandita su un ritmo incalzante e molto sensuale nelle strofe, cui i Muse dovrebbero inchinarsi, per andarsi poi a librare in un refrain arioso che pesca a piene mani dal Glam. Ma è in "Starcrazy" che possiamo scorgere in modo più ampio la novità musicale: il giovanissimo Richard Oakes, andato a sostituire l'ormai guru della chitarra Bernard Butler, dimostra di non essere solo un "clone senza talento" ma un musicista con una propria personalità. D'altronde i tappeti sonori creati dalla sua chitarra in questa "Starcrazy" non lasciano spazio a dubbi. E la voce di Anderson vi si adagia con soavità eccelsa.
Riuscire a mantenere un lavoro artistico a livelli sempre molto alti è davvero impresa ardua. Eppure "Coming Up" appare come un romanzo fiorente e luminoso, i cui capitoli si susseguono uno dopo l'altro con immediatezza, appassionando il lettore di pagina in pagina. Così, se "By the Sea" è l'apoteosi della malinconia, "She" è una gemma preziosa che viaggia in senso opposto, fondendo ottimamente ingranaggi rockeggianti a coretti irrimediabilmente Glitter e scaglie di quell'enfasi artistica pre-Coming Up.
Se poi vi siete innamorati di quel Rock'n Roll semplice ma efficace che poteva caratterizzare, ad esempio, il
Bowie di "
Hunky Dory", non lasciatevi sfuggire "
Lazy". Un soffio ceruleo che avvolge l'ascoltatore grazie ad una semplicità inestricabile, ben rappresentata anche dal bel Videoclip.
Un richiamo al
Duca Bianco sembra esserci anche nell'attacco chitarristico di "
Picnic in the Motorway" ma non è una cosa voluta, poiché poi la canzone prende tutto un altro slancio, andando a snodarsi su nude atmosfere acustiche e inerpicandosi sulla plastica vocalità di Anderson e su un caleidoscopico crescendo di suoni.
Se avete voglia di un po' di sana musica Pop che vi lasci estasiati i Suede fanno per voi. E questo disco saprà cullarvi dolcemente in un caldo abbraccio canoviano...
Raising Girl consiglia l'ascolto di: "Lazy""Coming Up", Suede: 8.7
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