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    giovedì 14 giugno 2012

    L'Umorismo pirandelliano: SUCH A SHAME - Talk Talk



    Difficile non aver mai sentito parlare della filosofia umoristica pirandelliana. Lo scrittore siciliano scrisse il saggio "L'Umorismo" nel 1908 e vi inserì, tra le altre cose, uno dei leitmotiv della sua opera: l'ironia. O meglio, la distinzione tra comico e umorismo.
    Ma in che modo il relativismo filosofico di Pirandello può avere a che fare con la Musica? Mi spiego subito: mi trovavo ad ascoltare un famoso brano d'impronta Synth-Pop del 1984, "Such a Shame" dei Talk Talk e, pur avendo visto e ri-visto il videoclip che lo accompagna, ogni volta, puntualmente, non riesco a fare a meno di ridere. Più le immagini avanzano e più rido sguaiatamente; non riesco a trattenermi di fronte al sorriso malato e sbilenco di Mark Hollis, che si alterna ad atteggiamenti di estrema serietà, dando l'impressione di essere un soggetto border-line sull'orlo di una crisi di nervi! Tantomeno nel momento in cui vengono inquadrati gli altri componenti del gruppo, quasi esaltati in preda a improbabili movimenti a ritmo di musica, del tutto esagerati.

    Poi, però, mi sono ricordata dell'intrinseco significato della canzone, che ovviamente si riflette anche nel video, e a quel riso prepotente è subentrata una riflessione. Il pezzo venne scritto, infatti, da Hollis ispirandosi alla novella "Dice Man" di George Cockcroft del 1971, la cui trama gira intorno ad uno psichiatra che decide di iniziare a basare le sue scelte di vita tirando i dadi. La critica alla psichiatria nella canzone non compare, mentre nella novella è fondamentale, ma i Talk Talk assorbirono da quella storia il disprezzo per la vergogna, ogni tipo di vergogna. Quella che impedisce alle persone di vivere serenamente i rapporti con gli altri, quella che impedisce di andare avanti per poi lasciarsi abbandonare; la vergogna come ostacolo, come muro invalicabile, su cui si trovano "cocci aguzzi di bottiglia". E mi accorgo che il cantante nel videoclip mentre pronuncia "It's a shame!" e si porta le mani alla nuca, può apparire buffo, ma lo fa per simboleggiare quella vergogna, quasi a volersela strappare di dosso.


    In definitiva, possiamo dire che il comico è un qualcosa di immediato, è la semplice constatazione dell' "avvertimento del contrario", ch'io ho provato nel guardare il gruppo muoversi in maniera esaltata, al limite del ridicolo. L'umorismo, invece, necessita di una riflessione: solo riflettendo sul significato della canzone e di quei gesti posso andare oltre, facendo subentrare al riso altri sentimenti, anche contrastanti, anche lasciando che si mescolino tra loro. In questo modo ho potuto rompere le barriere di una iniziale visione superficiale e capire che quei gesti, così sovrabbondanti, sono in realtà espressione di ira e amarezza, e altri umanissimi sentimenti.
    L'Umorismo nasce dunque dal "sentimento del contrario" ed è una filosofia in grado di svelare le contraddizioni della realtà.

    In fondo questo esempio musicale non è poi tanto dissimile da quello che lo stesso Pirandello fece nel saggio di cui si sta parlando, passato alla storia come quello della "signora imbellettata": ci viene presentata un'anziana signora truccata e abbigliata come una ragazza, in maniera esagerata e non consona per la sua età; inizialmente se ne coglie l'"impressione comica", ma nel momento in cui si riesce a superare questo superficiale avvertimento e viene dunque da pensare che ella si sistema a quel modo per cercare di trattenere a sé il marito, di molto più giovane di lei, ecco che subentra l'amara visione umoristica.

    A prescindere dal ben più complesso messaggio pirandelliano, qui analizzato solo in parte, quest'articolo vuole essere un monito da scagliare alla superficialità che ci circonda, è giusto riflettere su ogni cosa per coglierne anche la contraddizione, che è insita nella vita stessa.
    E la Musica dovrebbe essere d'aiuto per valicare i cancelli delle apparenze fugaci ed effimere...



venerdì 1 giugno 2012

Concerto COLDPLAY Torino



Torino, 24 Maggio 2012, Stadio Olimpico: unica data italiana del tour mondiale dei Coldplay. Circa 40mila persone presenti, munite di braccialetti luminosi dagli svariati colori. Uno spettacolo allegro e frizzante, che ha visto l'esecuzione di brani dal più recente "Mylo Xyloto" fino ai classici della band, come "In My Place" e "The Scientist".

Vi propongo gran parte del concerto ripreso dalla prima fila. La qualità audio non è delle migliori ma sicuramente rende l'idea dell'atmosfera spumeggiante che regnava!