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    sabato 7 luglio 2012

    The Strokes, "Is This It"


    (2001; Genere: Indie Rock, New Rock, Alternative Rock)

    Parlare di un album del genere a distanza di undici anni dalla sua uscita si presenta un po' complicato. Non per il disco in sé, o per la band, ma per il contesto in cui "Is This it" venne conosciuto dalle persone e cullato in maniera quasi reverenziale dai media, NME tra tutti. Associato a gruppi del calibro di Velvet Underground, Stooges e Television, il lavoro d'esordio degli Strokes ha invero inglobato queste influenze appartenenti alla migliore scena newyorkese 70's, filtrandole attraverso una modernità disarmante, frizzante e spensierata. Anche se da qui a definirli i nuovi Velvet Underground, come qualcuno azzardò al tempo, ce ne vuole. Per capirci meglio, gli Strokes incarnano alla perfezione il concetto, tra l'altro vasto e confuso, di Indie Rock, nella sua accezione più moderna, inteso cioè come un genere di Rock Alternativo, molto levigato ma non Pop. Il tutto riprendendo l'attitudine rumorosa dei Velvet Underground e in particolar modo di Lou Reed, la cui voce pare ogni tanto fare capolino, in brani quali la title track e, soprattutto, "The Modern Age". Rintracciabile anche l'atteggiamento sbilenco dei più recenti Pavements e il canto indolente e biascicato, ma anche rabbioso, di Iggy Pop; ascoltare "Soma" per credere.
    Eppure, in tutto questo via vai di influenze, quelli che al tempo erano solo dei ragazzi americani poco più che ventenni, riuscirono a creare un vero e proprio "stile Strokes", tanto moderno quanto revival, che sarà di insegnamento, spesso messo malamente in pratica, per una miriade di altri gruppi degli anni 2000.

    In questo contesto nascono quindi brani come "Hard to Explain", primo singolo della band, anticipatore dell'album stesso, in cui le due chitarre dell'italo-americano Nick Valensi e di Albert Hammond Jr. trovano una perfetta polivalenza nel creare sfondi dietro e davanti la voce macchinosa di Julian Casablancas, e la baldanzosa "Last Nite", altro brillante singolo. Non è presente in "Is This It" una sola canzone che non porti con sé una carica di bellezza: dalla grinta calibrata di "Alone, Together" e "Trying your luck", ai richiami vagamente Brit Pop della conclusiva "Take It or Leave It", ma nel complesso il disco suona asciutto e monocorde e alle lunghe potrebbe stancare, anche se la breve durata (poco più di 36 minuti) diviene, in tal senso, salvifica.


    Altri esempi di cui non si può fare a meno di parlare sono "Someday" e "New York City Cops". La prima fu uno dei singoli ad essere estratti dall'album, grazie alla sua freschezza dall'indole Pop in stile Smiths, mentre l'altra rappresenta uno dei momenti più riusciti e frizzanti dell'intero lavoro. Nella versione del disco venduta negli Stati Uniti, "New York City Cops" venne esclusa dalla track-list, in quanto ritenuta inopportuna in seguito agli accadimenti dell'11 Settembre; una censura alquanto inutile e abbastanza sciocca, che portò il brano ad essere sostituito dalla pur bella "When It Started".

    Morale della storia: pur avendo conseguito risultati assai meno brillanti di questo album nel corso della loro carriera, gli Strokes si sono rivelati essere uno dei gruppi di punta dell'Indie Rock, che pure al tempo già sussisteva da una decina d'anni, e non la meteora musicale di un certo periodo; se il genere in sé non piace, è quasi consequenziale che neanche gli Strokes potranno piacere.
    Per ascoltare e comprendere appieno il gusto brioso di "Is This It" non è necessario essere adolescenti, ma sapersi approcciare alla musica con spirito adolescenziale.


    Raising Girl consiglia l'ascolto di: "Last Nite"

    The Strokes, "Is This It": 7.5


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